1987 ECOLOGIA – IL GUANTO VERDE

Il guanto verde

In questo momento l’ecologia sembra un guanto verde che va bene per tutte le mani; mani di chi vuole mettere qualche filtro e qualche depuratore, mani di chi vuole solo salvare l’uccellino e il fiore, mani di chi vuole arraffare consensi, mani di chi dà valore all’erba svizzera e per salvarla espelle gli stranieri, e mani di chi sa che ecologia vuole dire mettersi in discussione e tentare di cambiare tutto il sistema di vita.
Tutti parlano di ecologia e tutto questo è un primo passo e forse una piccola breccia nell’indifferenza-consenso creata nella gente; ma in tutti i casi bisogna fare attenzione ai falsi venditori di sogni.
Ben pochi hanno il coraggio di spiegare alla gente che ecologia è anche rinuncia e che nel cambiare ci sarà bisogno anche di sacrifici.
In questo momento, dopo anni di martellamento (che continua) su falsi obiettivi di crescita, bisogni e ideali, ci sembra impossibile cambiare. Non ci accorgiamo, o facciamo finta di non accorgerci, di essere sul bordo di un baratro (effetto serra, radioattività, piogge acide, morte dei boschi, ammassamento di razzi a testata nucleare, centrali nucleari, depositi di scorie radioattive, pesticidi, erbicidi, prodotti chimici pericolosi, desertificazione, carestia, fame, ecc.) davanti al quale si profila la possibile distruzione della terra; ma noi ci preoccupiamo solo che i nostri figli abbiano un posto di lavoro e di avere soldi da poter spendere in beni di consumo.
Dobbiamo cambiare, e adagio adagio trovare altri valori nel rispetto della qualità della vita, termine che comprende tutto: salvaguardia dell’ambiente, rispetto nei rapporti umani scambi internazionali, collaborazione tra tutti gli uomini; e tutto questo non può essere risolto solo a livello nazionale creando un “giardino svizzera” ma con legami internazionali.
Di contraddizioni tra parole e fatti se ne possono vedere tutti i giorni da parte di chi gestisce l’economia e ora parla di ecologia. Pensiamo solo alla moria dei boschi: tutti ne parlano, si prendono misure drastiche nei confronti degli…

automobilisti i quali vengono poi bombardati in continuazione con i bei filmati della pubblicità, che mostrano stupendi paesaggi naturali, bellissime donne e nei quali si elencano le virtù di potenza e scatto di nuove automobili; e tutto questo viene fatto anche sui giornali specializzati.
Si fa ben poco, invece, per incrementare il traffico pubblico e per cambiare i bisogni della gente. Altro esempio si può trovare nella lotta contro il fumo, dove varie associazioni ecologiste fanno un grande lavoro di sensibilizzazione sui mali causati alla salute da quest’ultimo. Questo lavoro risulta però piccolo davanti ai mezzi messi in atto [filmati, giornali, pacchetti omaggio (anche nelle riunioni sportive)], dai fabbricanti di tabacco. Si potrebbe continuare con tantissimi altri esempi, perché se c’è qualcuno che parla di ecologia, ce ne sono altri che attraverso i canali di propaganda (pubblicità -discorsi su problemi economici -esigenze di crescita economica) continuano a condurre il loro gioco di convincimento al consumo ed ai falsi valori di benessere.
So che anche solo con questi due esempi si mettono in discussione moltissimi posti di lavoro, ma l’ecologia, bisogna dirlo, è anche questo: ridiscutere le scelte di gestione economica della società e trovare nuove soluzioni di produzione e nuovi prodotti da fabbricare, modificando i rapporti umani: è necessario e non si può posticipare all’infinito.

Bill Arigoni

20 marzo 1987

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