1989 INQUILINI – MODIFICA DELLA LEGGE SULL’ABITAZIONE
«La legge favorisca l’uso parsimonioso del territorio privilegiando il rinnovo delle abitazioni»
Il PdL è molto preoccupato della situazione di disagio che tocca una buona parte della popolazione confrontata con il problema dell’alloggio, in particolar modo quello a pigione moderata. La forte speculazione edilizia accentuata attualmente anche dagli investimenti del secondo pilastro, dalle disdette vendita e dalla fine di diversi sussidi ha esasperato questo problema, accentuato ora anche dall’aumento della povertà di una parte della popolazione. Ci sono poi diverse riattazioni che si traducono in cambiamenti di destinazione, e questo succede in particolar modo nei centri cittadini che sono sempre più legati al terziario o agli stranieri con residenze secondarie, condomini o aparthotel, e che creano sempre più zone dormitorio lontane dalle zone di lavoro, con l’aumento conseguente degli spostamenti motorizzati. Partendo da queste riflessioni, il PdL non può che chiedere misure più incisive nella modifica della Legge sull’alloggio e perciò condivide il rapporto di minoranza che tocca in modo esaustivo diversi problemi proposti anche dal PdL negli ultimi anni. Uno di questi è l’acquisizione di stabili da parte dei Comuni: è una delle possibili risposte alla penuria di appartamenti a pigione moderata che non comporterebbe un maggior sfruttamento del territorio. la Legge dovrebbe quindi favorire in maniera maggiore la riattazione degli stabili esistenti più che la costruzione di nuove case, perché già ora ci sono diversi appartamenti che non sono abitati, perché troppo cari e che richiederebbero un intervento diretto dello Stato per una loro utilizzazione, salvando in tal modo terreno alla cementazione.
Su questo problema il PdL propone un emendamento che va a salvaguardare il territorio. Nel rapporto di minoranza ci sono altri punti interessanti come l’aiuto soggettivo regolamentato dal Cantone che evita così il rischio di disparità di trattamento e di manovre clientelari. Inoltre si dà la facoltà al Cantone di integrare l’intervento comunale qualora le capacità finanziarie del Comune non consentano un simile impegno.
Anche la proposta di dare la possibilità al Gran Consiglio di discutere separatamente e tempestivamente nel corso dell’anno i vari interventi ci sembra importantissimo perché dà al Parlamento la possibilità di essere cosciente di come sono adoperati questi sussidi.
Questo farà evitare di dover votare un’altra volta, come oggi, dei crediti di 148.000.000 di franchi senza poter preliminarmente verificare come verranno utilizzati. È difficile capire come farà il Consiglio di Stato a stabilire esattamente come usare questi soldi dal momento che non esiste un piano cantonale dell’alloggio che dia una visione trasparente sull’uso di questi sussidi. Si è sempre parlato di 350 alloggi all’anno e ora, siccome c’è disponibilità finanziaria, diventano 900 all’anno. Ma quanti ne servono realmente? II fatto che non esista questo piano che dovrebbe individuare le aree carenti di appartamenti a pigione moderata e quelle con alloggi da ristrutturare o da ricostruire dovrebbe portarmi a respingere questo messaggio. Ritengo tuttavia che l’urgenza del problema richieda purtroppo che si decida subito per definire degli interventi: perciò voterò il rapporto di minoranza con l’emendamento PdL.
Bill Arigoni
