1989 Scuola e aggressività

Scuola e aggressività

6.10.1989

È ricominciata la scuola ed è ricominciato l’assalto al treno. Questa è la situazione che riguarda i ragazzi delle scuole medie di Agno che usufruiscono del treno Lugano-Ponte Tresa (circa 250) per recarsi da casa a scuola e viceversa. L’anno scorso l’associazione dei genitori dei ragazzi che frequentano questa scuola aveva protestato per la pericolosità nella quale si vengono a trovare i ragazzi alla stazione di Serocca. Il fatto di arrivare tutti assieme alla stazione porta questi ragazzi a super eccitarsi e tutto questo viene dimostrato con lancio di sassi contro la protezione di plastica di una casa antistante, con spintoni, con ragazzi sui binari, sassi sulle rotaie, scritte di ogni genere sui disegni della stazione, manomissioni continue del distributore dei biglietti e insulti, alcune volte, a signore anziane. Sia per la situazione che viene a crearsi alla stazione che durante il tragitto (in questa zona ci sono diverse fabbriche, una delle quali ha circa 400 dipendenti, con più di 180 auto che si muovono quasi contemporaneamente agli oltre 500 allievi delle medie, il tutto su di una strada nuova e ben diritta che porta ad usare l’alta velocità) non c’è nessun controllo e tutto viene lasciato alla creatività dei ragazzi.
La mia descrizione non vuol essere una criminalizzazione dei ragazzi, anche perché siamo un po’ tutti colpevoli del loro comportamento, che è il risultato di questa società, selettiva, che mette in competizione gli individui già dalla piccola età con nessun discorso legato alla socialità e alla solidarietà, termini che vengono usati solo quando si vuol parlare dell’esercito. L’ultimo rimasuglio di solidarietà è l’AVS. Il resto è lotta e a livello psichico, violenza. La maggior parte dei messaggi che questi ragazzi ricevono sono legati agli affari e alla ricchezza, per raggiungere questo traguardo gli adulti sono disposti a tutto, inquinamenti, speculazioni sul terzo mondo, oro del sud africa razzista, mancanza di solidarietà con i nostri poveri e con i rifugiati, narcodollari nelle nostre banche, autorità legate a questo sporco traffico di soldi, ecc. Con questa mia interrogazione voglio solo richiamare l’attenzione delle autorità su una situazione di disagio che richiederebbe un’intervento di sorveglianza da parte della scuola garantendo così una certa sicurezza ai ragazzi. Questa sorveglianza non basterà però da sola a risolvere il problema se a livello di scuola non si introdurrà un discorso di solidarietà e socialità nel rispetto tra tutti gli uomini.

Chiedo perciò al Consiglio di Stato:

Cosa pensa di fare per risolvere il problema della pericolosità alla stazione di Serocca?

Cosa pensa di fare all’interno della scuola, al di fuori del discorso repressivo, perché si discuta dell’aggressività dei ragazzi e della violenza della società?

Come pensa di coinvolgere i genitori che devono sentirsi anche loro responsabili di questa situazione?

Bill Arigoni

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