1990 Dalla parte degli animali
Dalla parte degli animali
14.12.1990
Intervento fatto in Gran Consiglio sulla nuova legge della caccia.
È dura intervenire adesso dopo che hanno parlato su questo argomento diversi parlamentari, ma questa è la discriminazione ad essere un rappresentante della minoranza, ci si può iscrivere per parlare per primo ma poi chi conta, il parlamentare di serie A, ti passa davanti dandoti molte volte la sensazione di fare da eco a concetti già detti da altri prima.
Non bisognerebbe perdere tempo con una legge sulla caccia. L’unica cosa seria da fare sarebbe l’abolizione di questa specie di sport. Ma qui sorge il problema, perché questa attività ha radici profonde nella tradizione dell’uomo e allora se si parla di abolizione sembra di voler toccare un tabù.
Che io sia contro la caccia è un discorso logico e non perché sono un puro, un qualche colpo l’ho sparato purtroppo anch’io, ma in tutti i casi nella vita bisogna modificarsi e maturare e come ecologista, cioè come persona che cerca di vivere con un buon rapporto di rispetto con la natura. Non posso che essere contro la caccia, anche perché l’immagine romantica del cacciatore che lotta con la sua vittima giocando d’astuzia o intelligenza mi sembra finita. Basta guardare che tipi di animali vengono inseriti nell’ambiente per permettere ai cacciatori di divertirsi. Per esempio ci sono dei fagiani che solo a cacciarli, se uno si ritiene un vero cacciatore con i requisiti prima elencati, dovrebbe vergognarsi. Questi animali girano inebetiti e sembrano li apposta per essere uccisi e questo può essere fatto da un bimbo con un sasso.
Anche sul fatto che i cacciatori dicono che attraverso la caccia si impara ad amare gli animali e la natura e che essi amano la natura più degli escursionisti della domenica, avrei qualcosa da dire, anche perché questo amore è sottinteso molte volte nel rapporto. E vero che i cacciatori in linea di massima conoscono la natura più di molti ambientalisti e che le lunghe ore passate aspettando, cercando e osservando danno loro una buona esperienza. Ma si può parlare d’amore quando poi questi ultimi animali amati vengono da loro uccisi? Forse è anche possibile, però è innegabile che un amore che porta a uccidere sia, un amore interessato. Per amare non v’è certo bisogno di uccidere l’essere amato e se così fosse penso che chiunque preferirebbe non essere amato. Anche se per gli animali è molto difficile poter esprimere la loro scelta di rinunciare a questo amore. In tutti i casi c’è un altro modo per amare gli animali e proteggerli: consiste nell’interessarsi ad essi, rispettarli e cercare di farsi che il loro habitat non venga alterato.
E logico che se anche si abolisse la caccia purtroppo non si può dire che non si ucciderebbero più animali, perché ci sono delle specie che si moltiplicherebbero eccessivamente danneggiando l’ambiente: tutto questo però è stato causato dall’uomo che ha alterato l’equilibrio naturale, per esempio eliminando i predatori, ritenuti da lui nocivi. Si potrebbe dire “no alla caccia” e poi il consiglio di stato potrebbe istituire bandite per l’eliminazione degli animali in surplus eliminando i più deboli e malati e così facendo effettuerebbe una selezione della specie, perché i capi migliori resterebbero in vita.
Con la speranza che la caccia in futuro venga abolita e dopo queste riflessioni sul rispetto per gli animali torniamo sulla legge in discussione, ed è nell’ottica di questo rispetto che propongo anche a nome dell’on. Sergi i quattro emendamenti che sono già stati proposti e spiegati a voi tutti da una lettera sottoscritta da diverse associazioni ambientaliste.
La risposta del relatore on. Righetti all’intervento di Bill Arigoni è stata: .«All’on. Arigoni non rispondo niente perché non ha detto niente» .