1998 SCIOPERO DELLA FAME – COMUNICATO STAMPA DOPO LO SCIOPERO

Venuti a conoscenza del mio licenziamento 300 dipendenti sospendono per due ore il lavoro e si mettono in assemblea chiedendo il ritiro di questa misura repressiva. La commissione di fabbrica chiede il ritiro del licenziamento.

Nei giorni seguenti arrivano una novantina di lettere e fax di solidarietà (ragazzi, gente comune che non conoscevo, personalità religiose, personalità politiche a livello cantonale e federale, ecc.). Il telefono è rimasto intasato per diversi giorni da messaggi di solidarietà. Sei sindacati hanno espresso pubblicamente la loro solidarietà e hanno chiesto il ritiro del mio licenziamento. La direzione non ha ceduto e allora ho deciso, dopo aver discusso in famiglia, di attuare uno sciopero della fame. Per mezzo di una piattaforma sindacale e con la petizione contro le ore straordinarie accordata con la presidente del Partito socialista ho trasformato un azione personale in una lotta per tutti i lavoratori occupati e disoccupati.

Il Partito socialista e l’Unione Sindacale Svizzera Ticino e Moesa hanno sostenuto la mia azione di lotta. Tutta la mia famiglia (moglie, figli, genitori, suoceri, cognate) si è schierata al mio fianco. Anche un piccolo gruppo di amici si è dichiarato disponibile 24 ore su 24 ad affiancarmi nella azione di lotta. Durante le 11 notti dello sciopero della fame non rimango mai solo, una cinquantina di persone (anche pensionati) a turno vegliano sulla mia sicurezza e tranquillità; considerate che non è così facile venire all’una di notte o alle quattro di mattina a fare il turno di guardia e poi andare a lavorare il giorno dopo. Eppure, la solidarietà era così grande, che questo è successo. In 12 giorni di sciopero della fame sono passate quasi 1000 persone a discutere con me (giovani allievi, pensionati, lavoratori di varie ditte, disoccupati, funzionari sindacali, ecc.).
450 hanno lasciato la loro testimonianza con una firma o un pensiero. I presenti hanno confezionato una sciarpa di solidarietà lunga più di sette metri. Diverse signore che abitano vicino al luogo dove stazionavo hanno portato caffè o tè per le persone che facevano il turno di guardia.
Ho rilasciato più di 30 interviste, a giornali locali, alla radio che aveva un collegamento con me tutti i giorni, alla radio svizzera francese, alla Televisione della svizzera italiana e a TeleTicino alla televisione tedesca. La TSI mi ha seguito per tutta la settimana per poter raccontare tutte le emozioni in una trasmissione di 20 minuti (FAX). Ho rilasciato un’intervista video per la scuola di commercio di Mendrisio e un’intervista ai ragazzi della redazione del giornalino delle scuole medie di Agno. So che in diverse scuole medie e commerciali hanno discusso sul mio caso e sui diritti dei dipendenti. Nel prossimo mese di marzo sono invitato ad andare a raccontare la mia lotta al liceo di Locarno. Due giornali italiani hanno parlato della mia lotta. Durante le due settimane di sciopero sono state organizzate anche due serate (una del PS e l’altra dei giovani del Molino) molto interessanti sul mondo del lavoro e l’economia. C’è stata inoltre una serata con cerimonia religiosa di riflessione e preghiera che ha avuto la partecipazione di oltre 160 persone, la maggior parte anziani, che sono rimasti sotto la pioggia per più di un’ora. La riflessione fatta dal celebrante è poi stata pubblicata su un bollettino parrocchiale distribuito a tutti i fuochi di tre comuni del Malcantone.

Eppure pur con tutto questo movimento non abbiamo ottenuto niente né i lavoratori all’interno della Mikron né chi era fuori. Nemmeno la petizione che sollevava un grande problema, quello delle ore straordinarie , ha avuto un minimo successo: ha raccolto solo 2000 firme che hanno fatto ridere i datori di lavoro e il Consiglio di Stato.

Perché si è persa anche questa occasione per far partire una lotta? E’ vero che l’azione da me attuata ha permesso a molte persone di riflettere sulla situazione dei salariati occupati e no e questo è molto importante (molte persone mi fermano ancora oggi per parlare con me), ma questo si poteva ottenere forse anche con un corso di meditazione o di ritiro spirituale. Era invece importante far partire, da questo momento di solidarietà-riflessione, una lotta comune che avrebbe dovuto continuare anche dopo la mia azione e non doveva e poteva essere gestita da me. Forse abbiamo perso perché non siamo uniti e ognuno cerca ancora di gestire solo il proprio orticello? Intanto chi ha in mano l’economia si accorda per eliminare le prestazioni sociali e usare l’uomo sempre di più come fosse un robot al servizio dell’economia. Il fatto di non aver ottenuto niente non dà una immagine di debolezza di tutto il movimento progressista ( c’é?) ai lavoratori e ai disoccupati?

Il fatto che il Bill persona conosciuta e appoggiata (forse solo a parole) da tutti quei sindacati che si sono espressi pubblicamente, dal PS e dai Verdi, abbia perso su tutta la linea non è un messaggio che invita gli altri lavoratori a tenere la testa bassa e non lamentarsi? Che messaggio abbiamo trasmesso ai giovani? Non si fanno troppe dichiarazioni e si firmano troppe richieste di qualunque genere senza poi sostenere le lotte fisicamente? Non c’è un atteggiamento di delega a lottare conferita a chi raccoglie le firme e così, poi, come progressisti ci si sente con la coscienza a posto? Una azione così di richiamo, che si é spenta come se non fosse successo niente, pensate dia forza ai disoccupati e li porti a lottare per i loro diritti? Perché si é lasciato che tutto si spegnesse?

 

Magliaso, 20 gennaio 1998

Giuseppe (Bill) Arigoni

 

va a:

Anna Biscossa, Morbio Inferiore

Manuele Bertoli, Balerna

Fabio Grignola, Agna

USS (Ticino e Moesa) – Renzo Tagliaferri, Lugano

OCST – Mainarda Robbiani, Lugano

OCST – Giovanni Scolari, Lugano

SEI – Giuseppe Sergi, Bellinzona

SEI – Roberto Gallina, Locarno

SEI – Gabriele Milani, Lamone

SEI – Vasco Pedrina, Berna

SSM -Monelle Matasci, Lugano

FLMO , Rolando Lepori, Lugano

FLMO -Christianne Brunner, Berna

VPOD -Graziano Pestoni, Bellinzona

VPOD -Raul Ghisletta, Lugano

Martino Rossi, Breganzona

Christian Marazzi, Vacallo

Fabio Pedrina, Airola

Pepita Vera, Manna

John Noseda, Lugano

Donatello Poggi, Biasca

Lloyd Bossi, Maqliaso

Massimo Chiaruttini, Agra

Maurizio Corti, Bedigliora

Giovanni Panzera. Viganello

Alessio Arigoni, Lugano

Commissione Personale Mikron SA, Agno

Jelmini Paolo, Breganzona

Lorenzo Arias, Pregassona

Claudio Molinari, Vico Marcate

Padre Callisto, Bellinzona

Don Angelo Treccani, Curio

Verdi – Alessandro Boggian. Pedrinate

Verdi – Werner Nussbaumer, Gravesano

Luciano Bezzola, Muzzano

PS Capriasca – Giovanni Marvin, Oggio

Loredana Schlegel, Ravecchia

Silvano Gilardoni, Viganello

Werner Carobbio, Lumino

Marina Carobbio, Lumino

Franco Cavalli, Ascona

Graziella Corti, Pura

Barbara Pola, Monteggio

C.S.O.A. Il Molino, Lugano

Giorgio e Pia Tognola, Bedano

Carlo Verda, Bissone

Beatrice Mauri, Agna

PS Roveredo – Remo Margnetti, Camorino

Silvano Toppi, Breganzona

Luigi Pieracci, Roveredo

Dario Robbiani, Comano

Dante Morenzoni, Breno

Silva Semadeni, Passugg-Araschgen

Stefano Ograbek, Roveredo

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