2000 SENTENZA LICENZIAMENTO – BILL ARIGONI FU LICENZIATO ABUSIVAMENTE
Da “La Regione” del 25 febbraio 2000.
L’ex dipendente: questa vittoria serva anche ad altri. La ditta: storia vecchia, non ci interessa
Bill Arigoni fu licenziato abusivamente
Condannata la Mikron di Agno, che ora dovrà versare tre stipendi
È il giorno della vittoria per Bill Arigoni. A distanza di due anni e mezzo dal suo scioperò della fame durato dodici giorni, ieri è tornato davanti alla fabbrica della Mikron di Agno per rendere noto il verdetto emesso dalla Pretura di Lugano in merito al suo licenziamento. E per l’azienda, per la quale Bill Arigoni ha lavorato per quasi trent’anni, è un verdetto di condanna: il licenziamento deciso con lettera 22 agosto 1997 ha sentenziato il pretore Marco Peverelli è stato abusivo. La Mikron dovrà dunque…
versare all’ex dipendente, che allora ricopriva la funzione di capo del laboratorio meccanico, un’indennità di 16 mila 131 franchi (pari a tre stipendi mensili) più gli interessi del 5% a partire dal 1.gennaio 1998. Ora la Mikron può ricorrere al Tribunale d’appello contro la sentenza. A questo proposito abbiamo interpellato il suo direttore generale, Guy Moilleot: «Valuteremo nei prossimi giorni con il nostro legale (l’avvocato Carlo Luigi Caimi, n.d.r.) se impugnare la sentenza». Come avete reagito alla decisione del pretore? «È una vecchia storia e sinceramente sono contento che sia terminata. L’esito della vicenda non ci interessa, abbiamo altro a cui pensare. Bill Arigoni non lavora più da noi e a noi ora interessano soltanto i nostri 500 dipendenti» -taglia corto il direttore generale della Mikron.
Non risparmia invece parole Bill Arigoni che ieri ha auspicato come «questa vittoria, per nulla scontata, possa servire da freno ai licenziamenti abusivi e da condanna delle posizioni di arroganza e mancanza di democrazia». «Purtroppo -ha aggiunto- oggi in tutti i posti di lavoro le varie discussioni con i dipendenti avvengono in piccole riunioni di team, in inutili corsi di formazione, al solo scopo di ottenere obbedienza e consenso che va in un’unica direzione: quella degli interessi finanziari della ditta. Difficilmente c’è un confronto dialettico-sindacale che rispetti le esigenze delle due parti».
Bill Arigoni ha inoltre definito «scandaloso che siano dovuti trascorrere due anni e mezzo per ottenere giustizia» dal momento in cui si oppose al licenziamento. «Non certo per colpa del pretore Peverelli, che ha anzi condotto un’inchiesta seria e approfondita. A mio avviso occorre trovare un altro tipo di procedura più veloce potenziando le Preture. È inoltre ingiusto che una ditta, dopo un abuso che mette in difficoltà una famiglia, si veda Condannata a pagare delle cifre così irrisorie (in Svizzera per legge la massima condanna è di sei mesi di salario) e senza nemmeno avere l’obbligo di riassumere un dipendente in difficoltà. Anche su questo problema bisognerà che qualcuno proponga a livello nazionale una modifica della legge, altrimenti sarà sempre troppo facile per una grande ditta eliminare un dipendente scomodo: basta mettere a preventivo 30 o 40 mila franchi sotto la voce eliminazione obsoleti».
La sentenza della Pretura di Lugano è motivata in dieci pagine. «Ouesto pretore è giunto al convincimento -si legge nel documento- che in definitiva l’impegno sindacale dell’istante all’interno dell’azienda (Arigoni era membro della Commissione del personale, n.d.r.) è stato causale al suo licenziamento, per cui la disdetta del rapporto di lavoro è abusiva». Nella sentenza si legge come l’ex dipendente «abbia tenuto in generale un atteggiamento critico nei confronti delle posizione assunte dalla direzione della ditta», ma dalle dichiarazioni di altri testimoni «emerge per contro un giudizio positico» sulla sua attività professionale, «anche per quanto concerne le posizioni critiche». Bill Arigoni, difeso dall’avvocato John Noseda, ha intanto deciso di devolvere, qualora la sentenza crescerà in giudicato; 5 mila franchi a cinque associazioni attive nel campo sociale. GUIDO GRILLI
Scarica l’articolo originale in PDF cliccando QUI.