2005 BRACCONAGGIO – etica zero!

Interrogazione

Bracconaggio – etica zero

Fucili modificati con silenziatore, visori notturni militari dell’esercito russo, campionario di lacci e tagliole, richiami per volatili – da quelli artigianali a quelli più moderni in versione a transistor , fonti luminose artificiali (fari mobili). Camosci ammazzati, sezionati e svuotati con una operazione di alta chirurgia che è un raro picco di qualità nel contesto della manovalanza da bracconaggio altrimenti caratterizzata da riti silenziosi che hanno il gusto del sangue e poi della carne consumata in voraci banchetti. Fiale al cianuro: e questa pratica è palesemente il massimo mancato rispetto per gli animali che vengono abbattuti solo per il piacere di uccidere e per avere il trofeo da esibire per dimostrare quanto si è “macho” (dal momento che la carne di questi animali non può essere consumata).
Questa cruda descrizione (che porta in alcuni casi a gravi sofferenze degli animali con lunghe agonie prima della morte) che dimostra cosa sia per una parte dei cacciatori “la caccia” la si può leggere nello speciale intitolato “etica zero” del quotidiano La Regione del 25 gennaio 2005.
In questo articolo viene anche riportato che nel 2004 le gravi violazioni in ambito venatorio sono state…

una trentina di cui 15 concernenti atti di bracconaggio; in 11 casi gli atti di bracconaggio sono stati commessi da persone abilitate alla caccia. Bisognerebbe chiedersi quanti sono i cacciatori che non partecipano a queste illegalità ma pur sapendolo tacciono e partecipano al banchetto.
Questo tipo di atteggiamento da parte di una parte dei cacciatori conferma quanto è stato denunciato dagli amici dei camosci del Generoso sui tre giorni di caccia messi in atto alla fine della scorsa estate: un lungo elenco dettagliato di violazioni, che non voglio riportare in questo testo ma che si può trovare sul sito www.camoscio-mg.ch, che riguardano un periodo corto e un territorio piccolo.
Sempre nello stesso articolo viene detto che i bracconieri hanno aumentato la loro creatività usando attrezzature sempre più sofisticate che creano grandi difficoltà ai guardiacaccia che si trovano con un numero di agenti sempre più ridotto a causa della progressiva riduzione del personale statale.
Su questo punto mi sento di poter richiamare quanto portato avanti con la mia collega Eva Feistmann nella passata legislatura quando erano stati chiesti più volte ragguagli su temi inerenti alla caccia e segnatamente sulla veridicità delle accuse rivolte da un gruppo di cacciatori ad alcuni funzionari.
Tutte le accuse, nonostante la prolungata ricerca di indizi a carico dei guardiacaccia, sono risultate infondate dalla a alla z. Il voluminoso rapporto affidato a due legali, sebbene commissionato dallo Stato non è stato reso pubblico.
In seguito, invece di rivolgere un severo monito ai cacciatori che hanno generato una perdita così consistente (si parla di ca. 150.000 fr.) allo Stato in un momento particolarmente critico per le finanze cantonali, il CdS ha deciso di sospendere il funzionario, Stefano Pittaloga, particolarmente inviso per il suo impegno ai cacciatori/bracconieri.

Chiedo quindi al CdS:

  • c’è una valutazione su quanti possono essere gli atti di bracconaggio attuati in Ticino (totalità tra quelli costatati e quelli che sfuggono al controllo)?

  • vista la difficoltà a controllare tutto il territorio non pensa sia importante aumentare il personale dell’ufficio caccia e pesca in difesa della legge, non solo nell’ottica dei cacciatori “buoni”, ma di tutti gli abitanti dal momento che gli animali sono di tutti?

  • non sarebbe corretto far tornare al suo posto all’Ufficio caccia e pesca il funzionario Stefano Pittaloga trasferito senza nessuna colpa ma solo per accontentare la lobby dei cacciatori?

  • non pensa che dopo il lungo elenco di infrazioni documentate dagli amici dei camosci del Monte generoso sia corretto e democratico pubblicare il rapporto sull’attività dei guardia caccia che li scagiona dalle inutili illazioni sulla loro attività?

  • il costo dell’inchiesta a chi è stato addebitato, all’Ufficio caccia e pesca ? se così fosse oltre la beffa anche il danno.

Magliaso, 27.1.2005                                                                                                      Giuseppe Bill Arigoni

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