1989 Festeggiare la mobilitazione? No, grazie

28 luglio 1989 – Articolo tratto dal settimanale “Il Lavoratore”, organo del Partito del Lavoro Svizzero. Non più edito.



Il Consiglio di Stato, in occasione della Commemorazione del 50° della mobilitazione, ha deciso di indire una cerimonia commemorativa ufficiale, che avrà luogo a Bellinzona il 2 settembre prossimo. Ai membri del Gran Consiglio è stato inviato il programma della manifestazione, insieme ad un modulo da compilare e ritornare.
Ecco la lettera di risposta inviata dal nostro rappresentante in Gran Consiglio, Giuseppe Arigoni.

Egregi Signori,

ho ricevuto il vostro invito per la commemorazione del 50.mo anniversario della mobilitazione con l’allegata cedola per l’adesione. Quest’ultima mi dà due possibilità di scelta nella risposta:

  1. Partecipo alla manifestazione
  2. Purtroppo non posso partecipare

Secondo me ne manca una terza, che io non voglio partecipare a questa cerimonia. Non voglio mancare di rispetto o di riconoscenza a quei cittadini che per molti mesi se non anni hanno prestato servizio nell’esercito nel periodo sella seconda guerra mondiale (tra questi c’è anche mio padre che ha passato diversi anni della sua giovinezza mobilitato nell’esercito), ma ritengo che un’esperienza così brutta debba essere al limite ricordata nell’anniversario della sua fine. Con la fine della guerra è iniziato il discorso sulla pace che continua ancora oggi e deve essere ampliato e approfondito sempre più nel tentativo di costruire una società nuova che eviti le guerre. Per un vero rispetto di tutti quelli che sono stati mobilitati in quegli anni bisognerebbe fare un discorso serio ed onesto sulla funzione dell’esercito e le ragioni politiche che hanno salvato la Svizzera dall’invasione (es. una rete ferroviaria al centro dell’Europa funzionante che ha lavorato anche per i nazisti senza essere bombardata, un’industria pesante svizzera perfettamente produttiva al servizio anche della Germania, banche con depositi di capitali internazionali, ecc.) e non ricordare la mobilitazione in funzione di un’esaltazione dell’esercito come guardiano della pace. È immorale festeggiare l’inizio di una guerra. Bisognerebbe avere il coraggio di fare un discorso profondo e serio sulla funzione dell’esercito, sulle spese sempre maggiori per il suo funzionamento, sulla perdita di energie e materie prime che potrebbero venir usate in altro modo, sui vari inquinamenti e sul messaggio violento e antidemocratico che questa struttura rappresenta.

Cortesemente vi ringrazio.

On. Giuseppe Arigoni

Potrebbero interessarti anche...

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *