1985 PSA e PST – SCIVOLANDO VERSO LO STAGNO DEL CONSENSO

SCIVOLANDO VERSO LO STAGNO DEL CONSENSO

L’unione PSA-PST è fatta!
Mi ricordo che il 1° maggio, parlando con un dirigente del PSA, mi aveva assicurato che questo non sarebbe successo. Invece, adagio adagio, i due partiti si avvicinano, cioè il PSA si avvicina al PST. Si ha l’impressione che tutto scivoli su di un falso piano lentamente, inesorabilmente. Usando il modo propagandistico pubblicitario del sistema capitalista, ogni settimana i vertici dei due partiti diffondono ai mass-media i bollettini concernenti le mosse del loro avvicinamento. Questi continui comunicati portano i compagni contrari all’unione ad avere l’impressione di ritrovarsi dinanzi al fatto compiuto e di non aver più nessuna possibilità di frenare quest’azione, rassegnandosi.
Tanti compagni, parlando con me, hanno espresso parere contrario all’unione e allo scivolamento su posizioni socialdemocratiche del PSA ma hanno difficoltà ad esprimere pubblicamente i loro dubbi, anche se hanno la sensazione che questa manovra sia solo una «fregatura», per i lavoratori. Si leggono ancora lettere di compagni su PN (Politica Nuova, n.d.r.) che nella maggior parte dei casi esprimono posizioni viscerali contrarie al PST. In risposta alle loro riflessioni, ricevono sempre lezioni paternaliste da parte dei dirigenti del PSA, sulla giustezza della scelta unitaria (i tempi cambiati…. la realtà ticinese…, ecc.). Tutto questo mi sembra molto simile al sistema di consultazione attuato dal sindacato FLMO, da tutta la sinistra criticato.

Cosa è cambiato nella realtà ticinese-svizzera da indurre a…

questa scelta?
Forse che la microelettronica ed il passaggio di molti lavoratori dal secondario al terziario (impiegati) hanno eliminato lo sfruttamento di pochi sugli altri?
Forse che la sostituzione al padrone delle multinazionali e delle società anonime, ha ridotto la ricerca del massimo profitto nello sfruttamento dei lavoratori?
Forse che i computer, terminali e schede hanno permesso una più giusta distribuzione della ricchezza tra tutti?
Forse che i nuovi mezzi di comunicazione e di studio hanno creato una scuola più giusta e che non mette in competizione gli allievi?
Forse che le nuove tecnologie hanno portato più democrazia e rispetto della dignità del lavoratore sul posto di lavoro?
Non è cambiato niente! I problemi di fondo che hanno portato alla nascita del PSA sussistono, e la lotta per una nuova società è ancora attuale. Se diciamo che non è vero, è come buttare via 15 anni di lotte e di propaganda e promesse fatte alla popolazione, illudendo molti compagni.
La realtà svizzera e ticinese è da cambiare, ed è per questo che c’è una sinistra. Non siamo noi che dobbiamo adeguarci a questa società di sfruttamento spinta al maggior consumismo e profitto. Questo non significa fare rivoluzione armata, ma lottare con iniziative che si avvicinino alla base coinvolgendola, lottando anche in favore di ideali che non danno sempre vittorie, ma fanno discutere e danno degli ideali ai giovani. Sono contrario alla fusione anche se nel PST ci fossero persone serie che non attuano clientelismo, perché questo partito non vuole cambiare questa società con un altro sistema sociale: vuoi solo una ristrutturazione del sistema capitalistico.
L’atteggiamento di questo partito è abbellire il muro grigio del capitalismo con dei garofani rosa.
Se il PSA vuoi fare la stessa cosa ed adeguarsi alla realtà ticinese, gli conviene lasciar perdere il PST ed entrare con effetto più incisivo nel PLR che è più rappresentativo, e cambiarlo dall’interno. AUGURI!

Bill Arigoni

27 settembre 1985

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