1989 LA LIBERTÀ – LA LORO E LA NOSTRA LIBERTÀ

La loro e la nostra libertà

26.4.1989

Finalmente anche in Russia c’è un po’ di democrazia però …

Gorbaciov propone misure di disarmo e questo è molto positivo però …

Questi sono due esempi di come cominciano i commenti su qualunque azione succeda in Unione Sovietica c’è sempre un però o un ma, che mette in dubbio la serietà dell’azione. Secondo me sé Gorbaciov dovesse mettersi in ginocchio davanti alla statua di Guglielmo Tell gridando viva la Svizzera ci sarebbe ancora qualcuno che direbbe che tutto questo va bene però Gorbaciov avrebbe dovuto mettersi dei sassi sotto le ginocchia.

Questo non vuole essere un discorso filo sovietico, perché io non lo sono mai stato, sarei stato, nella ricerca di libertà e di rispetto dei diritti dell’uomo, all’opposizione anche lì; in Russia contro una borghesia burocratica di partito, qui contro una borghesia del consumismo e dei soldi legati ai vertici di diversi partiti.

Ho condannato subito l’invasione in Afghanistan andando contro l’opinione di molti compagni, come ho sostenuto Solidarnosc, perché rivendicava diritti per i lavoratori che riguardavano anche il potere decisionale sui mezzi di produzione cioè la democrazia sui posti di lavoro che anche da noi manca, ma su questo problema mi sono accorto che la maggior parte di chi sosteneva qui in Ticino questo sindacato polacco, non faceva nessuna azione qui da noi per la democrazia sui posti di lavoro.

Ora succede la stessa cosa, la maggior parte di quelli che giudicano, Gorbaciov chiudono gli occhi sui problemi nostri e ne sono la causa, parlano come se in Ticino ci fosse il massimo di democrazia, e fanno passare un discorso anti comunismo anche sulle trasformazioni positive che avvengono in Russia. Non viene mai messo in discussione il marxismo con le sue idee di giustizia, di rispetto dell’uomo, e di società basata sull’abolizione dello sfruttamento delle persone, si mettono due cinque franchi davanti agli occhi della gente e si dice loro che il marxismo, il socialismo, il comunismo è quello che si può vedere in Russia facendo così dell’informazione tendente a un lavaggio del cervello che serve a far accettare la nostra società.

Il nostro apparato economico e di informazione ci convince fin da piccoli che questa società è la più giusta, dandoci anche gli spazi per protestare, convincendoci così che siamo noi a decidere.

Il potere reale lo detiene invece chi gestisce l’economia, e tutti noi siamo stati convinti che il buon funzionamento delle finanze è l’aspetto più sacro di tutti al di sopra dell’ambiente, dei diritti dei lavoratori, insomma della qualità della vita, e questa è la democrazia e fa libertà. La libertà di essere licenziati in qualunque momento, ma con il diritto di sapere il perché, ennesima presa in giro.

La libertà di essere maltrattati come succede in alcuni posti di lavoro.

La libertà di essere licenziate perché incinte (banche e fabbriche ticinesi).

La libertà di incarcerare gli stranieri “clandestini” che non hanno commesso nessun reato.

La libertà di dover creare un ufficio per la condizione femminile (non ci sono ancora gli stessi trattamenti tra uomo e donna).

La libertà di mettere in galera gli obiettori di coscienza.

La libertà di dover svolgere tutti gli anni il servizio militare in una struttura autoritaria e antidemocratica.

La libertà di riuscire a far parte dei nuovi poveri.

La libertà, se si è nella categoria di malati gravi, di essere ricoverati in strutture non adeguate e con poco personale.

La libertà di far parte dell’opposizione, senza però avere tutta la documentazione, senza gli spazi reali nei mass-media, sempre molto vicini alle posizioni di chi ha la maggioranza (strana idea di democrazia!), un’opposizione insomma che serve come facciata.

La libertà di illudersi di poter andare al potere quando tutto questo senza appoggio è molto difficile, com’è difficile per chi non ha potuto avere un’educazione scolastica adeguata capire cosa succede in politica e nelle sue leggi. Democrazia di una ristretta cerchia di intellettuali che difendono la loro categoria o i consigli di amministrazione.

La libertà mandare i carri armati nel Giura che chiedeva l’autonomia.

La libertà di usare fondi neri per convincere la gente a non accettare l’autonomia dei loro comuni (Giura).

La libertà in Ticino di criticare l’Unione Sovietica per il problema dell’Armenia e vedere con un occhio solo il problema dell’autonomia dell’Irlanda del nord, della Corsica e del Sud Tirolo.

La libertà di inquinare nel rispetto dell’economia e non pagare.

La libertà di vendere armi che servono ad uccidere persone nel Terzo Mondo.

La libertà, sempre il favore dell’economia, di non prendere sanzioni contro i paesi che non rispettano i diritti dell’uomo.

La libertà di frequentare una scuola selettiva che aiuta solo pochi allievi.

La libertà di pensare che un giorno si può diventare padroni e perciò non si difende la propria categoria di salariati.

Libertà di essere sfrattati dalla propria abitazione.

Bill Arigoni

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