2008 GIUSTIZIA SOCIALE – intervista su COOPERAZIONE
Intervista di Sandro Pauli sul settimanale “Cooperazione” dell’11 marzo 2008:
VoxPopuli
«Prima la giustizia sociale»
Bill Arigoni Lo sciopero della fame di dieci anni fa, le minacce di morte e il rapporto con la società civile secondo il deputato socialista in Gran Consiglio.
COOPERAZIONE: Dieci anni fa fu protagonista di uno sciopero della fame di 12 giorni. Oggi ci sono cause per cui lo rifarebbe?
BILL ARIGONI: Forse la stessa che mi motivò allora: i diritti dei lavoratori. Perché rispetto a 10 anni fa l’ingiustizia nel mondo del lavoro è molto più presente e toglie speranze ai giovani. Ma un altro mio sciopero della fame non avrebbe senso, perché diventerebbe un tormentone. Oggi posso solo aiutare quei cittadini che si trovano in difficoltà. Li invito a mobilitarsi per i propri diritti. Ne vale la pena. All’epoca il PS non sfruttò politicamente l”emozione suscitata dallo sciopero.
Perché continua a militare nel partito?
Sento comunque di farne parte, perché… le persone con le quali collaboro appoggiano i miei ideali anche se hanno un approccio diverso. Inoltre chi mi ha sostenuto durante lo sciopero è di area socialista. Anche l’allora presidente Anna Biscossa mi è stata vicina. Invece i sindacati si sono visti poco e questo è stato un peccato.
Lei è uno dei pochi socialisti che ha saputo creare ponti con la società civile. Non si sente un po’ solo nel partito?
No, perché il PS crede nella giustizia sociale, che per me è una priorità. Inoltre non ho mai ricevuto pressioni e godo della massima libertà: ho sempre potuto partecipare alle battaglie in cui credevo e avvicinare quei movimenti con i quali condividevo gli obbiettivi.
Tutto ciò però le è costato persino delle minacce di morte. Ha paura?
Non vivo nel panico, sono solo preoccupato per mia moglie. Per ora fisicamente non si è fatto vedere nessuno.
Secondo lei di quale PS ha bisogno il Ticino del XXI secolo?
Dobbiamo essere più vicini ai bisogni delle persone e in questo senso mi preoccupa il fatto che dall’anno prossimo non avremo più un giornale. Forse dovremmo investire di più nel nostro sito internet per comunicare con tutta l’area progressista del cantone. Il Ticino ha inoltre bisogno di un PS che sa chi rappresenta, in che direzione vuole andare e che tipo di strategia intende utilizzare.
Sandro Pauli