2007 CONDIZIONI CARCERE – DIMISSIONI DALLA COMMISSIONE DI SORVEGLIANZA

Documento inviato il 25 novembre 2007 all’Ufficio Presidenziale del Gran Consiglio ticinese. Segue il comunicato stampa del 5 dicembre 2007 del Partito Socialista.

Dimissioni dalla Commissione di sorveglianza delle condizioni di detenzione

Egregi Signori,

essere membro della commissione di sorveglianza delle condizioni di detenzione è la nomina che mi rende più orgoglioso di essere deputato in questo Parlamento. Una società, che punisce giustamente chi ha sbagliato, deve rispettare queste persone anche nel periodo in cui stanno scontando la loro condanna. La prigione non deve essere un luogo di vendetta. É una questione di civiltà. Più si cerca di ricuperare le persone, che per un motivo o un altro hanno sbagliato, e più la società ha un grado di civiltà alto. Questo atteggiamento deve essere messo in atto anche con chi sbaglia e non vuole condividere i valori della maggioranza della società. Questo é sempre stato il mio pensiero e penso sia anche quello dei…

vari deputati che rappresentavano diversi partiti coi quali ho lavorato in questa commissione per quasi 8 anni . Abbiamo lavorato in silenzio, senza cercare lo scoop sulla stampa, impegnandoci a non creare attriti tra le varie realtà coinvolte nella gestione dei detenuti e soprattutto svolgendo il nostro compito in favore di quest’ultimi (per esempio collaborato alla chiusura delle Pretoriali, che erano state criticate duramente anche da Amnesty International, al problema dei minorenni e delle donne). Ottenere la fiducia ed entrare in empatia con i detenuti (non ci sono solo grandi criminali alla Stampa ma anche giovani che hanno l’età dei nostri figli e che hanno sbagliato e devono essere aiutati) non è mai stato facile ma era il mandato datoci dal Parlamento Cantonale nel rispetto della prassi del Comitato del Consiglio d’Europa per la prevenzione delle torture e dei trattamenti o delle pene disumani o degradanti istituito dall’omonima convenzione del 26 novembre 1987. I detenuti hanno un contatto diretto con la Commissione i colloqui avvengono in salette o direttamente nelle celle senza la presenza della guardia carceraria, anche la posta viene consegnata senza controllo o censura.

La decisione di dimettermi, non solo da Presidente, ma dalla commissione è data dal fatto che la presenza di un ex alto funzionario di polizia in questa commissione (è anche apparso ultimamente in due servizi della RTSI uno sulla questione ROM e l’altro sulla l’assemblea della sezione Ticino della Federazione svizzera dei funzionari di polizia) rischia di rompere quel filo di contatto che siamo riusciti ad avere con i detenuti. Secondo il mio modesto parere anche la presa di posizione dell’Associazione per la prevenzione della tortura, in risposta alla nostra sollecitazione a sapere se la presenza di un ex ufficiale di polizia fosse opportuna o meno per l’attività della commissione, non lascia dubbi; se vogliamo svolgere il nostro compito ed avere contatti con i detenuti, la sua presenza può creare qualche problema. Quindi lascio la carica conferitami dal Parlamento ritenendo che attualmente, anche se sollecitati dalla Presidente del Gran Consiglio, non possiamo svolgere con correttezza e discrezione il nostro mandato. Questa riflessione nasce dall’esperienza accumulata nello svolgimento di questa attività fino ad oggi. Se la Commissione verrà delegittimata sarà difficile ricuperare la credibilità quindi spero che anche il collega faccia una ulteriore riflessione. Faccio un passo indietro, anche se con molto dispiacere, in modo che il problema non diventi una questione personale tra due deputati. Con la mia decisione, sia chiaro per tutti, non voglio assolutamente dare un giudizio né sull’operato della polizia (in 40 anni di intensa attività sul territorio non ho mai avuto nessun problema) né sul collega Galusero perché penso di non aver nessun diritto o capacità per giudicare il suo operato in questa struttura.

Con stima.

Magliaso, 25 novembre 2007                                                                         Deputato Giuseppe Bill Arigoni


Comunicato stampa del Partito Socialista.

Una questione etica di principio, non un problema personale

In seguito ad una raccomandazione formulata dal Comitato del Consiglio d’Europa per la prevenzione della tortura e dei trattamenti o delle pene disumani o degradanti (CPT) veniva istituita anche nel Cantone Ticino una Commissione incaricata di effettuare ispezioni regolari delle strutture carcerarie. Lo scopo della Commissione è di prevenire i trattamenti inumani e degradanti mediante visite regolari delle strutture di detenzione, preannunciate o meno, audizioni delle persone detenute, trattazione dei reclami, incontri con gli agenti di custodia e con i funzionari preposti al controllo ed al funzionamento delle strutture carcerarie.
L’esistenza di una Commissione del genere è un indice di civiltà del nostro Stato. La garanzia dei diritti personali a tutti, compresi i carcerati, risponde a principi etici inderogabili.
La vigilanza sulle condizioni di detenzione è una questione molto delicata che richiede grande attenzione, assoluta discrezione ed un´indispensabile indipendenza e imparzialità rispetto alle situazioni che possono presentarsi.

Il Partito Socialista, da sempre rappresentato dal deputato Bill Arigoni in questa Commissione, ritiene che oggi vi sia il rischio più che concreto che il lavoro e la credibilità di questo gremio vengano compromessi. Secondo un principio ovvio e riconosciuto da tutti, per poter lavorare in questo ambito ed ottenere la fiducia degli attori di questo settore, in specie dai detenuti, è necessario riuscire a mantenere una giusta distanza dalle istituzioni, in particolare da quelle carcerarie e di polizia. Purtroppo la recente nomina in questa Commissione di un ex funzionario di polizia da poco tempo al beneficio della pensione, Giorgio Galusero, ha rimesso in discussione il rispetto di questo principio. Il problema è stato da noi segnalato, discusso a vari livelli (commissione, Ufficio presidenziale del Gran Consiglio), ma nulla è cambiato.
A fronte di questa inutile intransigenza il PS ha deciso di non essere più presente nella Commissione di sorveglianza sulle condizioni di detenzione. Il parlamentare Bill Arigoni, a cui vanno i nostri ringraziamenti per il lavoro svolto fino ad oggi, ha già inoltrato le sue dimissioni e nessun altro membro del Gruppo PS subentrerà al suo posto fintanto che questa situazione non verrà corretta. Senza questa correzione infatti non sussistono più i presupposti per il corretto svolgimento del compito di vigilanza da parte della Commissione.
Ovviamente non si tratta di una questione personale contro Galusero, di cui non si dubita né delle capacità né della buona volontà, ma di un problema di principio tutt´altro che di dettaglio, considerati i delicati interessi in gioco.

5.12.2007

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